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Recensioni  

Mauro Bacchetti – 50 “amo” e mi diverto cantando (Palcogiovani 2005)
Può un ragazzo del ’48 suonare giovane? Può un musicista raccogliere frammenti di memoria e risultare più moderno di una band di teenager? Mauro Bacchetti riesce nell’impresa e non stona affatto, fra le produzioni targate Palcogiovani. L’artista di Vestone si racconta con fisarmonica e amici al seguito: chitarristi come Charlie Cinelli e Franco Testa, un violinista come Enzo Albini, un batterista come Elio Rivagli. Il suo è un percorso da cantastorie attento e divertito, fotografato in un disco che è tutta farina del suo sacco. Parole, musica, realizzazione. Missato da Paolo Costola allo studio Mac Wave, l’album è immortalato in copertina da Gian Butturini. Tradisce uno spirito libero, entusiasta. Trasmette allegria. 
E’ un mantra blues ad aprire la raccolta. “Ca.se.mi” non dà tregua, non annoia. E’ uno spasso per chi ama la chitarra, per chi ama i classici. Per chi ama la musica. “Voglio vivere la vita/in completa libertà/voglio spendere il mio tempo con la gente che mi va/con chitarra e mandolino/tante storie nel cassetto”: la “legge Bacchetti” è contenuta tutta in “E mi diverto cantando”. Un manifesto di intenti, e di sentimenti.  Il ritornello pop-folk, deriva cantautorale anni ’70, non si lascia dimenticare. Il Dna è scolpito nella tradizione italiana un po’ impegnata e un po’ fischiettata. La prova “Nel 63”, cantabilissima perla di un repertorio orgogliosamente da menestrello.
Non è facile comunicare. Stabilire un contatto con chi ascolta. Non è facile far ballare. Convincere chi se ne starebbe volentieri seduto ad alzarsi e sudare. Bacchetti non filosofeggia e sa essere molto persuasivo. “Lelo rock” è semplice e irresistibile. Un cocktail già assaporato, ma non per questo meno gradito. La ballata di “Giuseppe”, le rime di “Rina” (un ascolto basta a mandarle a memoria), l’incedere di “Robagaline” (per Bacchetti quello che era “Il tempo di morire” per Battisti) nulla tolgono e molto aggiungono a un disco che ha un grande pregio: non stanca. Non ci sono momenti morti. Le atmosfere rurali, malinconiche di “Sòl soler” lasciano spazio alle sonorità “slide” di “Trùta blues”. I ritmi, le pulsioni fragranti di “Per chi” chiudono il cerchio e niente sembra fuori posto.
L’album è distribuito a beneficio della fondazione Palcogiovani. Per contatti: maurobacchetti@hotmail.com. 
Gian Paolo Laffranchi
gianpaolo.laffranchi@bresciaoggi.it

Dal sito radiovocecamuna recensione del cd "Ai miei Amici Confidenzialmente ... vai ---->


   
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